
Per gli anni scolastici risalenti al 1923/’24 e 1926/27, è stata recuperata una serie di cartine geografiche eseguite a mano da uno scolaro dell’epoca, (messe a disposizione dalla figlia che le ha conservate come ricordo), particolarmente bravo, come si può notare dalla precisione, dalla cura impiegate e dal massimo dei voti riportato su ognuna. Disegnate con inchiostro a china e acquarello, tecniche difficili per un ragazzino delle scuole elementari dalla classe terza alla sesta, riproducono le regioni italiane e gli Stati europei, senza riferimento alla scala adottata per la loro riduzione, molto probabilmente perché non era ancora stata acquisita la sua conoscenza. Si può capire, dalla loro riproduzione, come la geografia fosse considerata un sapere nozionistico ed enciclopedico, costituito soprattutto da numeri e nomi da memorizzare e localizzare, arricchito da letture di tipo nazionalistico e moraleggiante. Il criterio pedagogico fondamentale è quello umanistico, si dà importanza all'espressione artistica secondo il principio che a maturità di espressione corrisponde maturità di personalità. Le discipline di studio previste da programmi di quegli anni erano infatti gli insegnamenti artistici, comprendenti canto, disegno e bella scrittura, lettura espressiva e recitazione, aritmetica, nozioni varie, igiene nella prima, seconda e terza, geografia dalla terza, storia dalla terza, scienze fisiche e naturali dalla quarta, nozioni di diritto ed economia in quinta; seguivano lavori donneschi, occupazioni intellettuali -ricreative. Il “documento”(che non riproduciamo integralmente) può essere analizzato e criticato per le sue parti imprecise, tuttavia occorre sempre prendere atto anche di ciò che in esso è frutto di impegno e volontà per essere un sussidio, un aiuto allo studio della geografia. Si può notare che l’esecuzione a mano e non a ricalco è la dimostrazione che a quel tempo, pochi erano gli scolari che potevano permettersi di possedere un atlante geografico e pertanto l’uso delle carte era possibile solo a scuola. La figlia ricorda che il babbo aveva conservato anche in vecchiaia la passione per la geografia, nata sui banchi di scuola, attraverso il disegno delle carte geografiche, “strategia” che gli consentiva la memorizzazione di tutto quel “sapere nozionistico”.

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