Il decreto Gelmini è legge: la riforma è passata senza un confronto, una discussione in Parlamento, senza il coinvolgimento delle Scuole, senza una sperimentazione. Con un colpo di spugna sono stati cancellati i risultati più significativi raggiunti dalla Scuola Primaria, costruita attraverso una sperimentazione pedagogica importante, il lavoro collegiale dei docenti, il tempo pieno e prolungato. L'aria che tira, insomma, è quella di una scelta di disinvestimento sul futuro, sulla funzione sociale della scuola, sul valore dei percorsi formativi. Le motivazioni pedagogiche adottate dal ministro Gelmini sono soltanto patetiche, sanno di muffa e non trovano alcun riscontro nel campo scientifico e della ricerca-azione. Occorre interrogarci sul come fermare quest'onda distruttiva. Va recuperato innanzitutto, come fece la Moratti in occasione della sua tanto criticata riforma, sottoponendola a sperimentazione e revisione, il coinvolgimento di tutti i soggetti che vivono nella scuola, insegnanti, dirigenti, famiglie e anche gli studenti delle scuole superiori per i provvedimenti che li riguardano. Occorre avere un reale atteggiamento di dialogo e di "coprogettazione". Il ricorso al voto di fiducia, come sostiene anche il dirigente scolastico dott. F. Marinone, è sbagliato e preoccupante. Rivolgiamo, pertanto, un invito al ministro Gelmini a seguire l'esempio della Moratti, appartenente al suo stesso partito, che ha dimostrato intelligenza e competenza avviando la sperimentazione e la formazione dei docenti un anno prima dell'implementazione graduale della riforma.
In sintesi chiediamo all'attuale ministro:
la revisione del decreto-legge 137/2008 e in particolare l'abrogazione dell'articolo 4 che ripristina il maestro unico e introduce l'orario di 24 ore settimanali nella scuola primaria;
l'avvio di un negoziato con il Governo finalizzato a una vera riqualificazione della spesa, coniugando la lotta agli sprechi con la garanzia del "giusto" tempo scuola per tutti gli ordini e gradi, del diritto allo studio, della qualità dell'istruzione e della salvaguardia della professionalità degli operatori della scuola;
la garanzia di organici di istituto funzionali, stabili e pluriennali per docenti e Ata, al fine di dare certezze al personale e continuità didattica e organizzativa alle scuole.
Signor Ministro, non distrugga la scuola pubblica, il futuro dei nostri ragazzi!
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